Il sentiero che si snoda all’interno del letto del torrente Inferno è localmente noto come Sentiero delle vasche perché conduce a delle marmitte dei giganti che fanno apparire il fondo della gola come se fosse “molato”, lavorato da mulinelli d’acqua.

 

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Periodo: tutto l’anno. Meglio evitare di incamminarsi dopo abbondanti precipitazioni.

Dislivello: 350 m circa.

Tempo di percorrenza:  3-4 ore per l’intero giro.

Difficoltà: EE. Si raccomanda l’uso di scarpe da trekking e attenzione nei passaggi su roccia, molto sdrucciolevoli.

Punto di partenza: Si può partire dal nuovo cimitero di Valmadrera nei pressi della frazione Ceppo di Valmadrera 250 m ed a valle del Santuario di San Martino, luogo ben visibile da ogni punto di Valmadrera

Descrizione

Si consiglia di non sottovalutare questo sentiero che viene indicato come adatto ad escursionisti esperti a causa di alcuni ostacoli che rendono impegnativo il percorso; alcuni passaggi su roccia e attraversamenti del torrente richiedono equilibrio ed agilità.

Partendo dal parcheggio del cimitero o da quello adiacente, si prosegue a piedi lungo via Salvo D’Acquisto raggiungendo una strettoia che termina all’inizio della Via Crucis che conduce al Santuario della Madonna di San Martino. Bisogna percorrere la salta fino alla quinta cappella, alle cui spalle comincia un sentiero pianeggiante che porta ad una gradinata. Scendendo tutti i grandini si arriva al letto del Torrente, raggiungendo un ponticello che bisogna attraversare per poi piegare a sinistra entrando sul greto.

In questo tratto il sentiero è poco evidente e spesso invaso dalla vegetazione, ma si tratta di poche decine di metri fino a quando non si raggiunge la ghiaia.

Costeggiando il letto del torrente si arriva alla prima cascata, la Cascata de la presun (Cascata della prigione) dove alte pareti rocciose sembrano bloccare il cammino. Poco prima della cascata, sulla sinistra, parte un sentiero che sale la sponda e porta in vista della Via Crucis di San Martino. Si sale verso destra e si incontra il sentierino che qui giunge staccandosi all’altezza della ottava cappelletta della Via Crucis. Ora il percorso percorre la destra del torrente e porta rapidamente alle prime vasche. Dei gradini intagliati nella roccia consentono di superare le pozze passando da una sponda all’altra sfruttando anche i massi del greto. Si raccomanda di fare attenzione al fondo sdrucciolevole. Durante il tragitto si incontrano i tubi e le strutture di sostegno del vecchio sistema idrico.

Proseguendo per il sentiero segnalato da bolli di vernice colorata (bianco-giallo-rosso) si arriva ad una piccola diga artificiale del Vascun. Prima di salire lungo la scala in cemento, verso sinistra è possibile scoprire la più bella cascata, La Cascada del Cascun.

La scaletta porta ad alcuni corrimano di fune metallica (fate attenzione a non scivolare) e poi alla saluta che porta in cima alle rupi. Si incontra un sentiero proveniente da destra e due massi calcarei molto grandi con una rudimentale teleferica.

Si piega a sinistra fiancheggiando un muretto a secco e si rientra nella gola passando sopra la Cascada del Vascun che abbiamo appena lasciato. Si prosegue tra massi erratici e blocchi calcarei arrivando ad un masso calcareo particolarmente grande su cui campeggia la targa metallica del Gruppo Osa. Il traciato prosegue a sinistra dove ci si imbatte in due passaggi attrezzati con catene; il primo dei passaggi è particolarmente umido e si può evitare passando in un pertugio aperto tra la sponda e un masso posto alle spalle di quello con la targhetta.

Si continua nella gola fino a raggiungere il sentiero OSA n° 1 che bisogna seguire. Una serie di tornanti permette di guadagnare quota risalendo la dorsale che separa la valle principale da una secondaria scendente da sinistra. Infine, usciti dal bosco, si risale un prato e si giunge sull’ampio sentiero n°5 che taglia orizzontalmente. A questo punto conviene spendere qualche minuto, percorrendo il sentiero n°5 verso destra, per raggiungere i grandi blocchi di serpentino già tagliati siti in località Tàja Sass. Alle spalle dei blocchi si trova il gigantesco masso erratico di serpentino da dove sono stati ricavati, che è alto almeno dieci metri.

Dopo questa breve e pianeggiante deviazione, bisogna ripercorrere il sentiero n° 5 e l’indicazione per San martino scendendo lungo il prato e rientrando nel bosco fino a raggiungere i Massi della Molinata dove un grande masso di serpentino ripara un rudere costruitogli vicino, probabilmente come ricovero per gli operai che si occupavano del taglio di questi Massi. 

Lasciati i Massi della Molinata proseguiamo in piano per portarci sulla dorsale orientale del Corno Birone, mentre sulla dorsale del versante opposto della valle appare San Tomaso con alle spalle il Monte Moregallo. Lungo la discesa si incontra il sentiero Lucio Vassena che scende dal Corno Birone, un cartello esplicativo del Percorso dei Massi Erratici che illustra l’ambiente. La discesa continua ripida, incrociando diversi sentieri. Bisogna seguire le indicazioni per il Santuario della Madonna di San Martino.

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